MITRAGLIATRICE MG 42/59

Tipo di arma Mitragliatrice media
Paese di Origine Germania/Italia
Impiego
Corpi/Reparti E.I. Fanteria
Fanteria Arresto
Reparti corazzati- Aviazione- Marina- Guardia costiera
Conflitti II guerra mondiale(MG42)
Guerra Fredda ( MG 42/59)
Produzione
Azienda/Arsenale Beretta
Data di produzione 1939-2000
Varianti Da postazione- fanteria- mezzi corazzati e blindati

Aviazione leggera -Marina

Caratteristiche tecniche
Peso 13 kg.
Lunghezza canna 535 mm.
Calibro 7,92( MG42) – 7,62(MG42/59)
Munizionamento 7,92x -7,62 NATO normale e/o tracciante
Azione Chiusura metastabile a rulli con corto rinculo di canna
Cadenza di tiro 800 c/min. -1200 c/min.( versione con otturatore leggero)
Velocità alla volata 755 m/sec. 7,62 NATO)
Tiro utile 2000 MT.
Gittata max. 3500 MT.
Alimentazione A nastro 250 colpi disgregante

STORIA

L’arma fu progettata nel 1939 come sostituta del MG34 ritenuta dai militari tedeschi troppo costosa e complessa per una produzione in larga scala. Infatti benché molto somigliante alla MG 34, la nuova arma richiedeva la metà del tempo per essere realizzata. L’MG 42 veniva prodotta quasi completamente in lamiera stampata ed e utilizzava proiettili calibro 7,92 Mauser inseriti in nastri metallici (da 50 o 250 colpi) oppure in caricatori a tamburo (da 75 colpi) sviluppando l’incredibile cadenza di fuoco di 1200 colpi al minuto: la cadenza di fuoco molto elevata infatti faceva riscaldare la canna molto più velocemente dell’MG 34, per questo motivo ne fu resa più semplice la sua sostituzione.

Per le sue caratteristiche di eccezionale semplicità d’uso e potenza di fuoco i principi dell’MG 42 sono stati ripresi da molte altre armi in tutto il mondo come ad esempio l’M60 americana che in particolare ne riutilizzo il meccanismo di alimentazione. Al suo esordio nel 1942, nella Battaglia di Alam Halfa in Egitto, l’arma si rivelò da subito molto temibile.

Durante la seconda guerra mondiale la MG 42 fu prodotta in svariate migliaia di esemplari da numerose ditte del 3° Reich. Dopo la fine della guerra la produzione della MG 42, MG 1 per la nomenclatura tedesca, subì alcune modifiche tra cui la modifica del munizionamento con la cartuccia da 7,62 x 51 mm che diede vita alla nuova versione denominata MG 42/59 o MG1A. Un ulteriore modifica prevedeva un nuovo tipo di castello con una finestra di espulsione più larga. Questa versione che può utilizzare nastri metallici fissi recuperabili o nastri disintegrabili è stata adottata e successivamente prodotta su licenza in Italia.

L’ultima versione prodotta, e la più diffusa, è la MG 3 che differisce dalle precedenti versioni per alcune modifiche tra cui l’introduzione di un alzo per il tiro contraereo, l’adattabilità di qualsiasi nastro di munizioni per il sistema di alimentazione e la forma del rompi fiamma. La MG 3 in genere viene utilizzata in genere con treppiede come arma d’appoggio o come arma d’accompagnamento; può essere installata su veicoli e con gli appositi congegni di puntamento per il tiro diurno o notturno. Se si spara con l’arma montata sul bipiede la gittata pratica d’impiego è di 400-500 metri, mentre se viene utilizzata su treppiede la gittata varia da 800 a 1.000 metri. L’alzo infatti è graduato da 200 a 2.200

Funzionamento

Il caricamento dell’arma avviene con l’introduzione del nastro di munizioni nella feritoia di alimentazione oppure aprendo il coperchio del castello e appoggiando le prime cartucce del nastro direttamente sulla piastra di alimentazione; si arretra al massimo la manetta di armamento, in modo che l’otturatore rimanga aperto, e l’arma così è pronta al fuoco. La sicura dell’arma è manuale e il relativo pulsante è posto sul fianco destro dell’arma proprio sopra l’impugnatura a pistola. L’MG 42 viene facilmente smontato sul campo permettendo così una facile e veloce manutenzione ordinaria dell’arma.

La MG 42/59, oltre che dalla Bundeswehr, è stata adottata dalle Forze Armate di numerosi Paesi di tutto il mondo; inoltre l’arma è stata fabbricata su licenza anche in Italia dalla Beretta e dalla Luigi Franchi nonché da le maggiori fabbriche d’armi di molti paesi. In particolare in Italia, nel 1989 presso lo Stabilimento Militare di Armamento Leggero di Terni, fu progettato e realizzato un kit per modificare la mitragliatrice MG 42 dal calibro 7.62 NATO al calibro 5.56 NATO in previsione dell’imminente sostituzione dell’armamento leggero dell’Esercito Italiano. L’arma con il nuovo calibro sembrò funzionare discretamente ma il progetto non fu industrializzato a causa dell’eccessivo peso rispetto alle più moderne e ben collaudate mitragliatrici calibro 5.56 NATO di produzione più recente.

L’MG 42 originale è ancora utilizzata in vari posti del mondo, compresa l’Italia,   e, considerato la possibilità di utilizzo anche nelle più avverse condizioni d’impiego, quest’arma destinata a rimanere in servizio ancora per molto tempo.

L’arma, prodotta su licenza dalla Beretta, con parti prodotte dalla Whitehead Motofides e dalla Franchi, è denominata MG 42/59 dall’anno della sua introduzione in servizio, il 1959 e adottata dall’Esercito Italiano. La modifica principale rispetto alla versione originale riguarda il calibro, che è passato dal 7,92 × 57 mm Mauser al 7,62 × 51 mm NATO. Inoltre si è ridotta sensibilmente la celerità di tiro, con l’installazione di due diversi otturatori e ammortizzatori, con l’effetto di variare la cadenza di fuoco. Si tratta di un’arma a funzionamento automatico a corto rinculo di canna e alimentazione a nastro continuo o assemblato in moduli da 50 colpi. Arma molto versatile, può essere usata con bipede come arma di squadra, con un raggio d’azione di 300 metri, su treppiede per postazione fissa con un raggio d’azione di 600 metri o montata su veicoli come arma di bordo di cui il massimo raggio di tiro è di 3000 metri.

Nella versione sviluppata dalla Beretta una delle modifiche fondamentali, oltre al cambio di calibro, è stata la modifica dell’otturatore, essendo stata dotata di otturatore intercambiabile per aumentare o diminuire la cadenza di tiro ed è stata equipaggiata con un otturatore che dal peso originale di 800 grammi è passato a quello di 1200 proprio per rallentare la sua azione, poiché uno svantaggio dell’arma originale era il surriscaldamento della canna che non garantiva una raffica superiore ai 250 colpi.

L’arma è stata ampiamente sostituita nella versione da supporto di squadra dalla FN Minimi belga, mentre è ancora ampiamente in uso montata su veicoli ed elicotteri e costituisce l’equipaggiamento anche di guardacoste della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera e di unità litoranee di Polizia e Carabinieri.[1][2]

In previsione dell’imminente sostituzione dell’armamento leggero dell’Esercito Italiano, prima dell’adozione della Minimi, la Stabilimento Militare Armi Leggere (SMAL) di Terni aveva progettato e realizzato un kit di modifica della mitragliatrice MG 42 calibro 7,62 mm al calibro 5,56 × 45 mm al fine di riutilizzare le MG già in dotazione. L’arma risultò funzionare discretamente dopo pochi mesi e la modifica fu dotata di brevetto, seppure fossero necessari ulteriori miglioramenti. Il progetto non fu industrializzato poiché l’arma nella versione modificata aveva pressappoco lo stesso peso della MG 42/59, risultando decisamente più pesante rispetto alle più moderne e ben collaudate mitragliatrici calibro 5,56 NATO di produzione più recente

Graduato di Fanteria d’Arresto in addestramento con MG 42/59 in conformazione da postazione “M” senza il calcio e montata su supporto brandeggiante

Fanteria Arresto

La MG 42/59 oltre ad equipaggiare alcuni reparti della Fanteria d’Arresto tipo le squadre difesa vicina il cui compito era di difendere all’ esterno le opere da eventuali infiltrazioni di forze nemiche.

Oltre a questo a metà degli anni ’70 andò a sostituire, nella versione di cui sopra, le mitragliatrici Breda mod. 37 e mod. 38 come arma da postazione blindata tipo “M”. Questo fino alla soppressione dei reparti d’arresto avvenuta negli anni 91-93 dopo la caduta del muro di Berlino e conseguente annullamento del pericolo da est.

Giudizio/Voto

La MG42 prima e poi la MG42/59 sono da considerarsi una pietra miliare nell’ armamento degli esrciti moderni dalla II guerra mondiale fino ai tempi odierni. Sembra che il tempo non passi mai per quest’ arma che può ritenersi senza possibilità di smentita un capolavoro sia come progettazione sia che come campi d’ impiego. Merita il massimo. VOTO 10